6 gennaio
Lo Chef consiglia …
In EMILIA-ROMAGNA, si gusta il certosino …
Ingredienti
- 320 g di farina
- 30 g di cacao amaro in polvere
- 60 g di pinoli
- 340 g di miele
- 70 g di zucchero
- 200 g di mandorle
- 80 g di cedro candito
- 1 stecca di cannella
- 6-7 chiodi di garofano
- 2-3 semi di anice
- 4 g di ammoniaca per dolci
- 60 g di cioccolato fondente
- mezzo bicchiere di vino rosso secco
- canditi misti
- miele per lucidare
Preparazione
La sera prima lasciare in infusione le spezie nel vino rosso.
In una ciotola amalgamare la farina e il cacao amaro con il cioccolato fondente sminuzzato in maniera molto grossolana, i pinoli, le mandorle (conservarne una decina per la decorazione), il cedro candito tagliato a dadini, lo zucchero, il miele, sciolto prima a bagnomaria, l’ammoniaca e il vino rosso filtrato.
Mescolare il tutto con un cucchiaio fino a ottenere un composto omogeneo. Versarlo all’interno di uno stampo di 22 centimetri di diametro, imburrato e infarinato e lasciar riposare per almeno una settimana coperto da un canovaccio.
Trascorso questo tempo l’impasto deve diventare compatto.
Poco prima della cottura decorare la superficie del certosino con scorze di arance e cedro candite, ciliegie rosse e verdi e alcune mandorle.
Cuocere nel forno già caldo a 180° per circa 40-50 minuti.
Sfornare e, quando è ancora caldo, lucidare la superficie con del miele fatto sciogliere a fiamma bassa, aiutandosi con un pennello.
Far raffreddare completamente e conservarlo avvolto nell’alluminio; in questo modo si manterrà a lungo.
A proposito di …
I piatti dell’EMILIA-ROMAGNA si gustano con il Pignoletto …
Il Pignoletto è un vino tipico dei colli bolognesi. Ha un bel colore giallo con riflessi verdi, ha il profumo delicato e intenso dei fiori di biancospino.
Ha un sapore secco oppure frizzante, abbastanza costante.
Adatto agli antipasti, valorizza carne bianca e formaggi ma soprattutto è perfetto con i tortellini in brodo.
Andiamo a …
Visitiamo SAN GIOVANNI IN PERSICETO, città dell’EMILIA-ROMAGNA …
San Giovanni in Persiceto è un comune in Provincia di Bologna che vanta un passato storico abbastanza lungo. Certamente abitato nell’età del bronzo e del ferro, sicuramente fa parte degli insediamenti dei Galli, ma non si hanno notizie del centro abitato in epoca romana. In epoca bizantina il suo territorio diventa luogo fortificato contro i Longobardi, e nel periodo successivo il territorio passa sotto il controllo dell’Abbazia di Nonantola e poi definitivamente sotto il controllo di Bologna. Dal borgo originario si costruiscono altre strutture fortificate che Bologna ordina di distruggere e rimane nel tempo solo l’insediamento primitivo. San Giovanni segue nel tempo il destino politico di Bologna ed oggi è un grosso comune che vive fondamentalmente di agricoltura. Oltre alle strutture di fortificazione militare il borgo mostra l’interessante Chiesa Collegiata di San Giovanni Battista.
Visitiamo …
Davvero imperdibile il Parco delle Foreste Casentinesi in EMILIA-ROMAGNA …
Il Parco, istituito nel 1993 si estende su un vasto territorio a cavallo di Romagna e Toscana. In Romagna ne fanno parte la porzione montana delle valli del Montone, del Rabbi, del Bidente e del Tramazzo. Il territorio romagnolo è caratterizzato da vallate strette e incassate, con versanti a tratti rocciosi e a tratti ricoperti di fitti boschi.
Il cuore del Parco è rappresentato dalle Foreste Demaniali Casentinesi, la cui attenta gestione nei secoli, ha consentito la conservazione di ampie zone di foresta di notevole interesse naturalistico per la straordinaria ricchezza di flora e fauna. Vi si trovano abetine secolari, boschi di faggio e acero montano, boschi misti con incredibili varianti di specie che in autunno creano variopinte macchie di colore. Nei prati, nelle radure e soprattutto nelle zone rocciose di questa montagna sono presenti erbe e fiori che solitamente crescono a quote molto più alte, giunte fin qui durante l’ultima glaciazione. Tra queste vanno ricordate l’Anemone a fiori di narciso, la Sassifraga alpina, il Mirtillo rosso. Nel versante romagnolo, inoltre, negli ultimi decenni, a causa dell’abbandono delle montagne da parte dell’uomo la montagna è ritornata ad essere un ambiente selvaggio in cui sono tornati stabilmente il lupo e l’aquila reale oltre a cervi, caprioli e daini.