30 novembre
Leggiamo …
In “Versi liberi” con “Primi lampioni” PAOLO BUZZI descrive gli effetti delle scoperte tecnologiche …
Il poeta descrive la strana sensazione che colpisce chi per la prima volta vede per strada i nuovi lampioni di luce elettrica. La novità spinge a immaginare una realtà fantastica di mondi nuovi animati da esseri sconosciuti e misteriosi.
Da Versi liberi
Primi lampioni
Esco alla notte
contro gli amici lampioni.
Son gli occhi dei nuovi mostri terreni (1). Sfavillano
la luce ignota a’ miei avi (2). Mi fan l’aria moderna
onde questo respiro d’uomo semplice
diventa verso libero di un poeta complesso (3).
Amo le ombre lunghe a sbarra dei lampioni
e vi cammino con piedi sicuri e sogni di vertigine
come l’equilibrista sul filo teso al precipizio (4).
E più amo i fogliami d’alberi del viale
che la luce elettrica dipinge ad acquerello
sul cartone prolisso (5) dei lastricati.
E più amo la mia ombra che pare
lo svelto impaccio della mia stessa anima fra’ miei piedi.
Note:
- Al buio i lampioni fanno immaginare giganti dagli occhi enormi.
- La luce elettrica sconosciuta alle generazioni precedenti.
- Questo nuovo panorama notturno è occasione per una composizione poetica.
- Per gioco il poeta cammina sull’ombra del palo del lampione.
- La luce elettrica fa sembrare le foglie come pitture su un cartone.
Biografia …
Il 30 NOVEMBRE 1913 PAOLO BUZZI pubblica la raccolta poetica “Versi Liberi” …
Paolo Buzzi nasce a Milano il 15 febbraio 1874, si laurea in legge e diventa impiegato presso la Provincia di Milano, dove, per lunghissimo periodo si occupa di problemi sociali gravi, come quello della malattia molto diffusa della pellagra tra gli strati più poveri della popolazione. Egli aderisce al Futurismo, anche se ne evita gli eccessi espressivi e in seguito ritorna a forme poetiche più tradizionali. Questa capacità di modificare il suo stile letterario è dovuta alla sua vasta cultura classica e alla profonda conoscenza della tradizione letteraria italiana. Per la sua produzione è importante la data del 30 novembre 1913, quando pubblica la sua raccolta di poesie futuriste che gli dà subito notorietà negli ambienti culturali. In seguito pubblica altre raccolte come Canti per le chiese vuote (1930) e Poema di radioonde (1940). Buzzi si può inserire in quella tradizione culturale “milanese” che propone composizioni sensibili al problema sociale e alla necessità di inserirsi con serio impegno nella realtà in cui si vive. Buzzi muore a Milano il 18 febbraio 1956.
Scopriamo la lingua …
PROVERBIO
La fortuna è cieca: La fortuna non guarda in faccia nessuno: va dove capita.
MODO DI DIRE
Andare a sbattere: Andare a finire.