25 novembre
Leggiamo …
Da “Lo scialle andaluso” una curiosa descrizione di ELSA MORANTE di un buffo cugino …
In questo brano la Morante esprime una grande forza descrittiva dei personaggi, sottolineando le caratteristiche fisiche ed evidenziando i lati più buffi e ridicoli di questi bizzarri parenti. Emerge una sottile carica comica in quel ripetere “il cugino Venanzio”, e nel sottolineare i difetti fisici complementari alla superficialità di carattere del personaggio.
Da Lo scialle andaluso
Il cugino Venanzio
Il cugino Venanzio aveva sulla tempia sinistra un piccolo segno bianco, in forma di virgola, che la zia Nerina, sua madre, affermava essere una voglia di luna. Ella raccontava infatti di aver guardato una sera, nel tempo che aspettava il cugino Venanzio, la luna nuova; e di aver contemplato con tanta passione quell’aureo seme di luce buttato nel cielo, che esso aveva germogliato in lei, rispuntando in forma rimpicciolita e spenta sulla tempia del cugino Venanzio. Con quella voglia di luna in testa, il cugino Venanzio era minuscolo, e così magro che le sue scapole sporgevano simili a due piccole ali mozze, e tutto il suo corpo, sotto la pelle sottile e fragile come scorza di cipolla, mostrava le giunture minute, i tremanti ossicini. Aveva riccioli neri, ma sempre tanto impolverati da parer grigi, e occhi neri e spalancati, pieni di malinconia; e i suoi movimenti erano sempre nervosi e frettolosi, come di leprotto in fuga sotto la luna. Il cugino Venanzio non piangeva mai; in luogo di piangere inghiottiva, e subito si poteva vedere quell’amaro boccone di lagrime ingrossargli la gola, come un nodo, e andare in su e in giù. E il cugino Venanzio faceva un piccolo sorriso, mettendo in luce tra le labbra sottili e dentini radi e ombrati. Ma, per la fatica d’inghiottire quel nodo, si faceva assai pallido. La zia Nerina, madre del cugino Venanzio, aveva sempre un gran da fare la mattina, prima di andare all’ufficio dei telefoni dov’era impiegata; e ciò per causa dei suoi boccoli. La sera, ella aveva diviso i propri capelli in tanti ciuffi chiudendoli in cartocci di giornale; e la mattina doveva scartocciarli. Questa dei boccoli era la massima cura che ella consacrasse alla sua persona; per il resto, infatti, era tutta infagottata, e tenuta insieme a forza di spille.
Biografia …
Il 25 NOVEMBRE 1985 muore ELSA MORANTE trasgressiva scrittrice del nostro tempo …
Elsa Morante nasce a Roma il 18 agosto 1912 e fin da giovane inizia a scrivere filastrocche e favole per bambini che pubblica soprattutto sul “Corriere dei piccoli”. La sua prima opera letteraria è un racconto lungo del 1936, Qualcuno bussa alla porta. Pubblica poi nel 1941 una raccolta di racconti giovanili, Il gioco segreto, e nello stesso anno sposa lo scrittore Alberto Moravia, conosciuto qualche anno prima. Conosce quindi molti intellettuali e scrittori e in questo nuovo mondo trova stimoli per comporre il suo primo romanzo impegnativo Menzogna e sortilegio (1948), che vince il Premio Viareggio. Si interessa di cinema e collabora alla stesura di alcune sceneggiature, ma il suo impegno forte rimane nella narrativa e scrive L’isola di Arturo (1957), che vince il Premio Strega. Nel 1961 si separa da Moravia e poi scrive il suo ultimo romanzo La storia (1974). La Morante muore a Roma il 25 novembre 1985. La tematica ricorrente della Morante sono i complicati rapporti familiari, la scelta cosciente della rinuncia alla maternità e il rimpianto di essa, l’angoscia della vecchiaia e della morte. Essa esprime sempre un carattere ribelle, gelosa della sua libertà e ambiziosa nel volere giustificare la sua opera in un mondo ostile e prevenuto. Per questo le sue opere sono come una sfida al mondo e ai suoi ottusi critici
Scopriamo la lingua …
PROVERBIO
Chi si contenta gode: Sapendosi accontentare si può essere felici.
MODO DI DIRE
Rodersi il fegato: Arrabbiarsi.