17 giugno
Leggiamo …
Da “Poesie edite e inedite” di SERGIO CORAZZINI presentiamo “La desolazione del povero poeta sentimentale” …
Corazzini interpreta la poetica della rinuncia del Crepuscolarismo, che rifiuta il ruolo di poeta vate di D’Annunzio e si rinchiude in sé fuggendo da una realtà che non si comprende e spaventa.
Perché tu mi dici: poeta?
Io non sono un poeta.
Io non sono che un piccolo fanciullo che piange.
Vedi: io non ho che lagrime da offrire al Silenzio.
Perché tu mi dici: poeta?
…..
Io voglio morire, solamente perché sono stanco;
solamente perché i grandi angioli
su le vetrate delle cattedrali
mi fanno tremare d’amore e d’angoscia;
solamente perché, io sono, oramai,
rassegnato come uno specchio,
come un povero specchio melanconico.
Vedi che io non sono un poeta:
sono un fanciullo triste che ha voglia di morire.
Note
- sofferenza
- la peste provoca tale paura che si abbandonano i parenti stretti
- la cosa più incredibile è che si crea ribrezzo tra genitori e figli
- coloro che si ammalavano
- possono contare su qualche amico e sono pochi
- o sull’avidità dei servitori attratti dalle ricompense
- questi servitori si limitano a porgere qualcosa agli ammalati o a vederli morire
- per tale servizio spesso essi si ammalano e muoiono anch’essi.
Scopriamo la lingua …
PROVERBIO
Chi ama me, ama il mio cane
MODO DI DIRE
Tirare i remi in barca: Sospendere.
Biografia …
Il 17 GIUGNO 1907 muore SERGIO CORAZZINI, malinconico poeta crepuscolare di inizio Novecento …
Sergio Corazzini nasce a Roma il 6 febbraio 1886, inizia gli studi che però deve interrompere per le precarie condizioni economiche della famiglia. Trova lavoro come impiegato e vive una vita piena di difficoltà e di insoddisfazione. Le delusioni della sua esistenza aumentano anche a causa della tubercolosi che lo fa soffrire a lungo ed infine lo uccide, a soli vent’anni, il 17 giugno1907. Corazzini nonostante la giovane età scrive diverse raccolte di poesie e tra esse si possono segnalare: “L’amaro calice” (1905), “Piccolo libro inutile” (1906) e Poesie edite e inedite” pubblicato dopo la sua morte. Esiste una corrispondenza impressionante tra le vicende della sua vita e le scelte poetiche, dato che Corazzini aderisce al Crepuscolarismo, che sostiene che si sta vivendo la decadenza della civiltà e la fine della funzione della poesia. Portando all’esasperazione la poetica delle “umili cose” del Pascoli, Corazzini rompe qualsiasi schema di composizione poetica tradizionale e con toni dimessi ed elementari parla del declino della società, della fine di qualsiasi illusione e si prepara alla morte per fuggire da una realtà assurda e senza significato. Si nota nelle sue poesie non tanto la sconfitta, ma la mancanza di tensione e di lotta, perché ormai, a suo giudizio, nulla ha più significato e perciò bisogna accettare la propria dissoluzione.