14 dicembre
Leggiamo …
Ecco due inizi di opere di LUCIANO BIANCIARDI per coglierne somiglianze interessanti …
Da “La vita agra”:
“Il Bottegone” (1)
Il bottegone è una stanza enorme senza finestre, con luci giallastre sempre accese a illuminare le cataste di scatole colorate. Dal soffitto cola una musica calcolata per l’effetto ipnotico, appesi al muro ci sono specchi tondi ad angolazione variabile e uno specialista, chiuso chissà dove, controlla che la gente si muova, compri e non rubi. Entrando, ti danno un carrettino di fil di ferro, che devi riempire di merce, di prodotti. Vendono e comprano ogni cosa; i frequentatori hanno la pupilla dilatata, per via dei colori, della luce, della musica calcolata, non battono più le palpebre, non ti vedono, a tratti ti sbattono il carrettino sui lombi, e con gesti da macumbati(2) raccattano scatole dalle cataste e le lasciano cadere nell’apposito scomparto. Nessuno dice una parola, tanto il discorso sarebbe coperto dalla musica e dal continuo scaracchiare(3) delle calcolatrici.
Note
- In questo brano Bianciardi esprime la sua dura critica alla società dei consumi tutta finalizzata alla vendita che rende gli individui quasi automi senza personalità e capacità di ragionare. La descrizione sarcastica e a tratti comica rende bene le idee dell’autore su una realtà che egli non condivide anche perché a margine di essa esistono ancora situazioni di emarginazione e di ingiustizia.
- persone quasi allucinate e imbambolate da effetti di riti pagani
- suono sordo, insistito e sgradevole
Scopriamo la lingua …
PROVERBIO
Bisogna far buon viso a cattivo gioco
MODO DI DIRE
Montare (o saltare) il grillo: Avere un capriccio.
Biografia …
Il 14 DICEMBRE 1922 nasce LUCIANO BIANCIARDI, attivo intellettuale dai molteplici interessi, vissuto a MILANO …
Luciano Bianciardi nasce a Grosseto il 14 dicembre 1922. Fa i primi studi nella sua città e poi a causa della guerra segue studi universitari irregolari che conclude solo nel 1948 laureandosi in Filosofia alla Normale di Pisa. Inizia la carriera di insegnante, partecipa attivamente al dibattito culturale del dopoguerra e svolge anche attività redazionale in case editrici. Bianciardi ha una posizione critica nei confronti della società alla quale alla quale attribuisce eccessivo desiderio di benessere materiale. Le sue opere sono sempre indirizzate a rilevare le contraddizioni sociali. Il capolavoro di Bianciardi è “La vita agra” (1962) che gli dà grande fama di scrittore. Nel romanzo autobiografico egli esprime le sue critiche all’Italia del “boom economico” e manifesta il suo risentimento contro le ingiustizie sociali. Per tutte queste sue idee Bianciardi si può definire “coscienza critica dell’Italia postbellica”. Egli muore a Milano il 14 novembre 1971.