10 dicembre
Leggiamo …
In “Marco Visconti” TOMMASO GROSSI ricostruisce i chiave risorgimentale la storia italiana …
Da “Marco Visconti”:
Inizio Capitolo I (1)
Limonta è una terricciuola(2) presso che ascosa fra i castagni al guardo di chi, spiccatosi dalla punta di Bellagio, (3) per navigar verso Lecco, la cerca a mezza costa, in faccia (4) a Lierna. Cominciando dall’ottavo secolo, fino agli ultimi tempi che fur tolti i feudi (5) in Lombardia, essa fu sempre soggetta al monastero S. Ambrogio di Milano; e l’Abate fra gli altri titoli aveva quello di conte di Limonta. Sul confine tra il dominio dei monaci e il territorio di Bellagio, segnato ancora al dì d’oggi con una pietra, sorgeva nel 1329 un vecchio castello che fu poi rovinato verso il terminar di quel secolo, e del quale non si conserva più nessun avanzo. Questo castello, al tempo da noi indicato, era posseduto da un conte Oldrado del Balzo, i cui antenati dovevano, a quel che pare, essere stati anticamente signori di Bellagio che allora si reggeva a comune. Il conte Oldrado, quantunque avesse molti possedimenti in varie parti di Lombardia, passava ivi la maggior parte dell’anno in compagnia della moglie e di una sola figlia, innamorate entrambe, al par di lui, di quel bel cielo, di quel bel lago, di quel clima molle,(6) lieto e delizioso. Ricca, illustre, potente di parentadi e di attenenze (7) la famiglia del Balzo era sempre stata la protettrice naturale degli abitanti dei paesi vicini alla sua dimora; e tutti per una lunga tradizione di padre in figlio avevano imparato a riverirne e ad amarne il nome.
Note
- L’inizio del romanzo presenta una precisa descrizione ambientale dei luoghi dove si svolge l’azione e la l’introduzione dei personaggi della vicenda. Si nota subito una somiglianza con l’inizio de “I Promessi Sposi” di Manzoni e del suo “ramo del lago di Como”. Del resto anche la scelta del genere romanzo storico non poteva che riferirsi all’opera di Manzoni che si può considerare l’ispiratore di tutti i romanzieri romantici. In ogni caso il brano dimostra come Grossi padroneggi bene la lingua e la usi nella maniera molto efficace.
- Piccolo territorio
- nascosta tra i castagni allo sguardo di chi staccandosi dalla punta di Bellagio
- di fronte a
- fino ai tempi recenti quando furono aboliti i feudi
- clima dolce
- Forti legami con potenti.
Scopriamo la lingua …
PROVERBIO
Il primo amore non si scorda mai
MODO DI DIRE
Vederne di tutti i colori: Vivere tante esperienze.
Biografia …
Il 10 DICEMBRE 1853 muore TOMMASO GROSSI importante autore di romanzi storici, in alcuni casi ambientate nella sua città BELLANO …
Tommaso Grossi nasce a Bellano, vicino a Como, il 23 gennaio 1790. Fa i suoi studi in diversi scuole tenute da religiosi e si laurea in Giurisprudenza a Pavia nel 1810. Intraprende la professione di avvocato ma si interessa di letteratura e comincia a scrivere opere in poesia dialettale secondo l’esempio di Carlo Porta di cui è grande amico. Grossi manifesta interesse per le vicende sentimentali con la novella in versi “La fuggitiva” (1816), ma soprattutto per la ricostruzione storica del Medioevo che egli descrive in un’altra opera in poesia, “Ildegonda” (1820). Sempre sul tema delle vicende medievali egli compone “I Lombardi alla prima crociata” (1826) che in seguito sarà l’argomento di un’opera lirica di Giuseppe Verdi. La sua opera più famosa è certamente “Marco Visconti” (1834) con la quale egli scegli il genere del romanzo storico e dal quale ottiene un clamoroso successo. Partecipa attivamente alla rivolta delle Cinque Giornate di Milano e muore in questa città il 10 dicembre 1853. Tommaso Grossi è un letterato che si inserisce nella corrente del Romanticismo e che con la sua analisi di episodi medievali vuole riscoprire il senso della patria già presente nei secoli passati per dare un contributo al risveglio politico necessario durante il Risorgimento.