3 dicembre

Lo Chef consiglia …

La Scaccia di Ragusa, in SICILIA è una ricca merenda salata …

Ingredienti

Per l’impasto

  • 500 g di semola
  • 12 g di lievito di birra
  • 350 ml di acqua
  • 1 cucchiaino di miele
  • sale
  • 2 cucchiai di olio d’oliva

Per condire

  • 500 ml di sugo di pomodoro
  • provola ragusana
  • caciocavallo grattugiato
  • origano
  • basilico

Preparazione
Preparare l’impasto
In un robot da cucina o impastando molto energicamente, mescolare la farina con il lievito, il miele e mezzo bicchiere di acqua tiepida.
Aspettare qualche minuto per far rinvenire il lievito e cominciare a impastare, aggiungendo poco alla volta l’acqua, fino a ottenere un impasto morbido.
Unire infine il sale e l’olio; dividere l’impasto in porzioni da 300 grammi e lasciarle lievitare finché non avranno raddoppiato il loro volume.

Preparare il condimento
Intanto, preparare il condimento tagliando la provola, il caciocavallo e il basilico.
I condimenti possono essere diversi; le scacce sono ugualmente ottime se farcite con ricotta e spinaci, pomodoro e melanzane fritte o salsiccia e cipolla.

Una volta lievitato l’impasto, cominciare ad accendere il forno a 220°.

A questo punto stendere l’impasto con il mattarello, ottenendo una sfoglia molto sottile.
Coprire la sfoglia con gli ingredienti per la farcitura e ripiegare i bordi laterali.
Ricoprire la parte asciutta della scaccia con altro sugo di pomodoro, altri pezzetti di caciotta e di caciocavallo grattugiato e ripiegare su se stessa la scaccia.
È importante che tra una sfoglia e l’altra ci sia sempre abbondante condimento per evitare che rimanga secca.

Preparare le altre scacce seguendo lo stesso procedimento e adagiarle sulla teglia, spennellandole con olio di oliva.
Infornarle a 220° per 30 minuti circa, fino a quando non saranno ben dorate in superficie.

Quando saranno cotte, sfornarle e lasciarle intiepidire.

Tagliarle a fette e servirle.

A proposito di …

In SICILIA, ogni negozio vende la Cubaita, un croccante alle mandorle …

La cubaita non può mancare sulle tavole siciliane durante il periodo di Natale.

Le sue origini sono antichissime, risalgono alla dominazione araba: in arabo infatti, quibbiat significa “mandorlato”. Le mandorle, assieme al miele, sono gli ingredienti principali di questo dolce.

Masticare la cubaita non è semplice: è molto croccante e durissima, ma il sapore inconfondibile della frutta secca e del miele la rende uno dei dolci più apprezzati della Sicilia.

Andiamo a …

Visitiamo RAGUSA, città della SICILIA …

La città di Ragusa si trova nella zona sud-est della Sicilia nel mezzo della piccola catena dei Monti Iblei. La chiamano la città dei ponti perché essa presenta un profondo avvallamento che la divide in due parti, collegate da tre arditi ponti. Ragusa ha origini antiche: dapprima abitano quei luoghi popolazioni indigene e nel V secolo i Greci colonizzano tutto il territorio. Segue poi la dominazione romana ed in seguito quella araba, durante la quale la città mostra un grande sviluppo in campo agricolo. Nel 1693 Ragusa subisce il terribile terremoto che devasta tutta la Sicilia Orientale ed essa rinasce con splendidi edifici in stile barocco. Oggi Ragusa presenta un territorio ricco di attività agricole nel settore della viticoltura e della produzione ortofrutticola. Di grande interesse architettonico sono la Cattedrale di San Giovanni Battista e il Portale di San Giorgio. Ma soprattutto splendido è il capolavoro del barocco, il Duomo di San Giorgio. Notevole interesse offrono anche il Palazzo Cosentini, ilo Palazzo Zacco e il Palazzo Sortino-Trono.

Visitiamo …

In SICILIA possiamo visitare la Riserva Regionale delle Saline di Trapani …

Sulla costa occidentale della Sicilia, fra Trapani e Paceco, da più di mille anni si è estratto il sale dalle acque del mare, sfruttando stagni costieri o costruendo vasche per l’evaporazione dell’acqua. Grandi mulini a vento, considerati oggi tra i più belli del Mediterraneo, azionavano le macine per la raffinazione del sale e pompavano l’acqua da una vasca all’altra. Stagni di acqua salmastra delimitavano le aree di produzione.  Dopo la prima guerra mondiale con la nascita di saline industrializzate, quelle trapanesi vengono progressivamente abbandonate. Oggi le saline sono Riserva regionale orientata, che oltre a tutelare l’ambiente naturale consente lo svolgimento di attività produttive. In gran parte della Riserva, infatti, viene ancora praticata l’estrazione del sale secondo le tecniche tradizionali in uso da secoli. L’ambiente delle saline, fortemente salmastro, ospita solo specie erbacee o arbustive che si sono adattate alle condizioni ambientali estreme che questa area presenta. L’area della Riserva, inoltre, riveste un particolare interesse ornitologico perché è una area di sosta sulla rotta delle migrazioni verso l’Africa. Sono presenti l’avocetta dal caratteristico becco ricurvo e colonie di aironi, gabbiani e fenicotteri rosa.

VOCABOLARIO GENERALE
VOCABOLARIO CUCINA