27 novembre

Lo Chef consiglia …

Lo stoccafisso all’anconetana è il tipico piatto a base di pesce delle MARCHE …

Ingredienti

  • 1 kg di stoccafisso già ammollato
  • 100 g di acciughe sotto sale
  • 500 g di patate
  • 400 g di pomodorini
  • 15 cl circa di vino bianco secco
  • 60 g di olive nere denocciolate
  • 1 cucchiaino di aceto bianco
  • 50 g di prezzemolo tritato
  • 2 spicchi d’aglio
  • 1 cipolla
  • 1 rametto di rosmarino
  • latte fresco
  • 4 dl d’olio
  • sale
  • pepe

Preparazione
Sgocciolare lo stoccafisso, asciugarlo e tagliarlo a pezzi di media grandezza.
In una terrina, coprire i pezzi di stoccafisso con il latte e lasciarli marinare per 2-3 ore.

Tritare con cura cipolla, aglio, prezzemolo, rosmarino e acciughe.
Aggiungere olio, aceto, sale e pepe.

In una casseruola, mettere un primo strato di stoccafisso con la pelle verso il basso e insaporirlo con un giro d’olio aromatizzato.
Aggiungere le olive e i pomodori tagliati a filetti, salare e pepare leggermente.
Continuare fino a esaurire gli ingredienti.

Sbucciare e tagliare a spicchi le patate, distribuendole sullo stoccafisso; spruzzare il vino e irrorare ancora con un giro d’olio aromatizzato.

Porre il recipiente sul fuoco e, a fiamma vivace, cuocere per 20 minuti circa, poi abbassare il più possibile al minimo e proseguire la cottura per circa 3 ore.
Verso fine cottura togliere il coperchio.

Togliere dal fuoco, coprire il recipiente con un foglio di carta assorbente da cucina e lasciare riposare per circa 20 minuti.

Quindi servire, senza mescolare.

A proposito di …

Il Rosso Conero è il vino simbolo delle MARCHE …

Il vino Rosso Conero ha una storia antica: già nel 1596, Andrea Bacci, medico di papa Sisto V ne parlava nelle sue lettere.
Anche Giacomo Leopardi, il famoso poeta italiano, scriveva in relazione al vino prodotto nella sua terra natia.

Il vino viene prodotto con uva Montepulciano, che gli dona un sapore intenso da accompagnare a piatti di carne rossa cotta alla brace, uova e formaggi.

Il colore del vino è rosso rubino, con forti sfumature viola mentre il suo sapore è molto fruttato, con note di ciliegia, prugna e frutti di bosco.

Andiamo a …

Visitiamo JESI, città delle MARCHE …

Jesi è la città principale della valle del fiume Esino posta sulle prime colline, a pochi km dal mare. La valle dell’Esino, abitata fin dal primo millennio a.C., diventa territorio dei Galli Senoni finchè non viene conquistato da Roma che vi stabilisco numerose colonie tra cui Aesis, da cui sisvilupperà Jesi. La città, nel corso dei secoli, verrà più volte distrutta e ricostruita durante le invasioni dei barbari e, poi nelle guerre contro il papato, l’impero e qualunque potere tentasse di impadronirsi della regione. Nel XII secolo Jesi è un Libero Comune e nel XIII secolo ottiene dall’imperatore Federico II il riconoscimento di “città regia” che la rende indipendente dai feudatari locali e dalla stessa Chiesa di Roma a cui appartengono in gran parte le Marche. Verso la metà del Quattrocento, al culmine di una nuova serie di guerre locali, la città viene quasi interamente spopolata dalla peste. Con il Cinquecento comincia un periodo di pace e stabilità, sotto il potere papale e la città viene ricostruita e si espande fuori dalle mura medievali. Tra i Settecento e l’Ottocento è coinvolta nelle lotte che porteranno all’unificazione d’Italia e diventerà una delle prime città industriali dell’Italia centrale.  Jesi conserva ancora le imponenti mura quattrocentesche che racchiudono il centro storico. Nella parte più alta della città affacciati su Piazza Colocci ci sono il Palazzo della Signoria con uno splendido cortile a logge, considerato il più bel palazzo quattrocentesco delle Marche, e Palazzo Colocci. Su piazza Federico II, invece ci sono il Duomo, il quattrocentesco Palazzo Ripanti e il meraviglioso Palazzo Balleani una caratteristica balconata rococò con ringhiera in ferro battuto sorretta da quattro possenti statue.

Visitiamo …

Nelle MARCHE, approfittate fate un’incursione al Sito Macera della Morte …

Il Sito d’importanza Comunitaria “Macera della Morte” si estende per 465 ettari all’interno del Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga nel comune di Acquasanta Terme e comprende nella parte inferiore boschi di faggio e pascoli in quella superiore dove sono presenti alcune rare specie di orchidee. L’area è particolarmente interessante trattandosi della sola zona di alta montagna delle Marche e presenta specie vegetali completamente differenti da quelle diffuse sulle montagne circostanti. Area di rilevante importanza anche dal punto di vista della fauna per la presenza dell’aquila e del lupo. Il sito ospita una notevole popolazione di gracchio corallino, che in altre zone è segnalato come specie a rischio di estinzione.

VOCABOLARIO GENERALE
VOCABOLARIO CUCINA