28 novembre

Leggiamo …

Nel celebre “Dei delitti e delle pene” CESARE BECCARIA ci parla con passione di “L’efficacia delle pene” …

Beccaria condanna la tortura e la pena di morte non solo sul principio umanitario del senso di pietà per un cittadino che commette un delitto, ma anche su motivazioni di tipo giuridico e sull’analisi psicologica di chi compie crimini. Per Beccaria pene più lievi, ma sicure, sono più efficaci di pene durissime, ma incerte. Egli insomma sa cogliere molti aspetti profondi della legislazione penale che trovano riscontro in scelte effettuate molto tempo dopo e molto vicini alla nostra epoca.

Da Dei delitti e delle pene

L’efficacia delle pene

Uno dei più gran freni ai delitti non è la crudeltà delle pene, ma la infallibilità di esse, (1) e per conseguenza la vigilanza dei magistrati, e quella severità di un giudice inesorabile, che, per essere un’utile virtù, dev’essere accompagnata da una dolce legislazione, (2) La certezza di un castigo, benché moderato, farà sempre maggiore impressione che non il timore di un altro  più terribile, con la speranza dell’impunità; (3) perché i mali, anche minimi, quando son certi, spaventano sempre gli animi umani, e la speranza, dono celeste, che sovente ci tien luogo di tutto, ne allontana sempre l’idea dei maggiori, massimamente quando l’impunità, che l’avarizia e la debolezza spesso accordano, ne aumenti la forza. (4) L’atrocità stessa della pena fa che ardisca tanto più per ischivarla, quanto è grande il male cui si va incontro; fa che si commettano più delitti, per fuggire la pena di uno solo. (5)

Note:

  1. Il freno più grande ai delitti non è la durezza della pena ma che essa arrivi sicuramente.
  2. Pertanto è necessario che il legislatore stabilisca pene più lievi.
  3. Fa più paura una pena leggera ma sicura di una terribile ma incerta.
  4. Il colpevole spera spesso di evitare una pena terribile per la debolezza o la corruzione del giudice.
  5. Una pena atroce spinge a commettere più delitti per evitare la pena di uno solo.

Biografia …

Il 28 NOVEMBRE 1794 muore CESARE BECCARIA, un protagonista dell’Illuminismo milanese …

Cesare Beccaria nasce a Milano il 15 marzo 1728 da una nobile famiglia. Laureatosi in Giurisprudenza, si appassiona alla lettura dei più grandi pensatori dell’Illuminismo francese e partecipa alle iniziative culturali degli intellettuali milanesi, soprattutto i fratelli Verri. Nel 1769 inizia l’attività di docente di Economia presso le Scuole Palatine della città. Muore il 28 novembre 1794. Beccaria scrive, a parte qualche opera minore, una sola grande opera Dei delitti e delle pene, ma è un testo fondamentale nella cultura italiana ed europea del Settecento. In essa l’autore condanna l’uso della tortura per raccogliere prove o confessioni e la pena di morte, perché a suo giudizio essa non scoraggia i delitti. Pene più lievi possono essere più efficaci e in ogni caso uno Stato non può pretendere di uccidere un suo cittadino che fa parte di quella comunità che esso deve difendere. Anzi compito dello Stato, per evitare i delitti, è quello di migliorare le condizioni sociali. L’opera è stata un successo internazionale e le sue idee sono ancora molto valide, infatti sono molti gli stati che hanno abolito la pena di morte attraverso il tempo.

Scopriamo la lingua …

PROVERBIO
Gli errori si pagano: Gli errori che si compiono prima o poi si pagano.

MODO DI DIRE
Alla bell’e meglio: In modo approssimativo.

VOCABOLARIO GENERALE
VOCABOLARIO CUCINA