27 novembre
Leggiamo …
In “La trovatella di Milano” CAROLINA INVERIZIO crea una saga di coraggiose donne popolane …
La Invernizio in questo brano esalta il coraggio femminile in un momento drammatico delle cinque giornate di Milano e si sente l’orgoglio di genere nel sottolineare come queste eroine non hanno nulla da invidiare agli uomini in quanto a coraggio e a dedizione a una causa giusta, cioè la difesa della libertà.
Da La trovatella di Milano
Cuore di popolana
Nel 1848, diciotto anni prima della scena raccontata, allorché il popolo milanese si sentì l’animo di scuotere il giogo austriaco, nelle gloriose cinque giornate, anche le donne presero parte alla sollevazione, mostrando come l’amore per la libertà possa rendere anche i più deboli, audaci e invitti (1). Fra quelle che più si distinsero, vi fu la Luigia Battistoni maritata Sassi, la quale deposti gli abiti femminili, sotto le spoglie di fuciliere, corse nelle vie a cercare il pericolo, incoraggiando ovunque, colla sua presenza, i combattenti; la Giuseppina Lazzeroni, una bella giovinetta che seguì a Ponte Vetero il fratello e combatté intrepidamente a suo fianco, comunicando il suo ardore agli altri, facendo prodigi di valore; infine Annetta Durini, che fu compagna al marito nelle barricate di Porta Tosa, ora Vittoria, dove il coraggioso popolano trovò la morte. La moglie che se lo vide cadere ai piedi, non si abbandonò ad atti di dolore, di disperazione: inginocchiatasi, baciò con rispetto quella fronte crivellata di palle, tolse dal collo del morto una sciarpa inzuppata di sangue, che nascose in seno, poi sorse animosa, ricominciando a combattere. L’idea di vendicare quel prode, che ella aveva tanto amato, accrebbe la sua energia, la fece comparire come trasfigurata. Annetta Durini aveva oltrepassati i quarant’anni; ma la freschezza della carnagione, gli occhi scintillanti, i denti bianchissimi, i capelli folti e neri, la facevano apparire assai più giovine. Indossava un abito corto, stretto ai fianchi opulenti, un corsaletto le cingeva il busto scultorio; portava il cappello all’italiana; al collo teneva un fazzoletto di seta negligentemente annodato, in mano la carabina, alla cintura un pugnale ed una pistola.
Note:
- Non vinti.
Biografia …
Il 27 NOVEMBRE 1916 muore CAROLINA INVERNIZIO, popolare scrittrice di fine Ottocento …
Carolina Invernizio nasce a Voghera, vicino a Pavia, il 28 marzo 1851. Con la famiglia si trasferisce a Firenze dove frequenta l’Istituto Magistrale e in seguito, dopo il matrimonio, si trasferisce a Torino e a Cuneo. La Invernizio è un’autrice di romanzi cosiddetti d’appendice, cioè romanzi che a puntate si pubblicano nell’ultima pagina dei quotidiani e le cui raccolte poi formano un volume rilegato da conservare come opera completa. Era questo un modo per diffondere le opere letterarie nella seconda metà dell’Ottocento. La Invernizio scrive ben 123 opere di narrativa e diventa una scrittrice famosa e molto amata dal pubblico, ma trascurata dalla critica che l’accusa di scrivere opere sdolcinate e vicende d’amore poco realistiche. La sua prima opera è un racconto dal titolo Un autore drammatico (1877) e poco dopo un romanzo rimasto famoso Pia de’ Tolomei (1879). Spesse volte la Invernizio sceglie temi macabri: Il bacio di una morta (1886), La sepolta viva (1896) e Il cadavere accusatore (1912). Alcune opere hanno un’impostazione che anticipa il romanzo poliziesco: vicende complesse e misteriose che riescono a suscitare la curiosità dei lettori. La Invernizio muore a Cuneo il 27 novembre 1916.
Scopriamo la lingua …
PROVERBIO
Ogni lasciata è persa: Quello che non si fa difficilmente lo si potrà fare in seguito.
MODO DI DIRE
Trovarsi a tu per tu con qualcuno: Dovere affrontare qualcuno.