26 novembre
Leggiamo …
Da “Gesù, fate luce” di DOMENICO REA proponiamo il curioso e un po’ triste brano “Capodimorte” …
Come spesso nei racconti di Rea anche in questo brano si presenta la vicenda di un “povero diavolo”, un emarginato che cerca in tutti i modi di sopravvivere. Rea è attento nella descrizione nel non esagerare nel pietismo, ma si nota un tono di partecipazione umana per la vita misera di questo sfortunato personaggio.
Da Gesù, fate luce
Capodimorte
Pirone era analfabeta e ignorante, ma presuntuoso e ambizioso. In ogni cerimonia o parata, eccolo lì, impalato, con la camicia nera, la testa di morto lucidata col sidol (1) sul petto, il fez con lo scopettino (2) e il bastone, al quale si appoggiava. Era mutilato ad una gamba, che aveva di legno e che mandava avanti e indietro come un pendolo d’un pezzo. Aveva una testa rapata a zero e di dietro della forma di limone appuntito, davanti tagliata netta e piatta dove occhi bocca e naso erano scavati come in un basso rilievo […] era un povero diavolo. Non avendo un mestiere vero e proprio, con una moglie e tre figli a carico, per venti anni si era impegnato a sfruttare il suo unico bene: la gamba mutilata, che non gli diede mai fastidio, ed era come l’avesse sana, a detta di tutti e della stessa moglie. E, per la verità, il governo non gli si era dimostrato avaro: gli aveva assegnato una pensioncina, con la quale sarebbe vissuto bene da solo non in compagna dei consanguinei. Doveva quindi ingegnarsi a sfruttare ancora la gamba, con le buone e con le cattive, per avere una casuccia, e scaricarsi della pigione, il collegio gratis a due dei tre figli perché gli crescessero educati e istruiti, e nel ’42, la vita rincarata (3), non potendo ottenere più nulla, brigava per ottenere il titolo e il posto di presidente dell’Associazione Mutilati di Nofi, cosa impossibile perché era analfabeta.
Note:
- È una crema usata per lucidare metalli.
- Il fez era un cappello a tronco di cono con in cima un fiocco di cordoni neri.
- Poiché la vita era rincarata.
Biografia …
Il 26 NOVEMBRE 1947 DOMENICO REA pubblica la sua opera “Spaccanapoli” …
Domenico Rea nasce a Napoli l’8 settembre 1921, non fa studi regolari e si può dire che si fa una grande cultura da autodidatta leggendo con passione libri di vario genere. Nel 1939 partecipa a un concorso letterario, nel quale non vince, ma riceve i primi elogi e l’incoraggiamento dal critico Francesco Flora. Conosce l’editore Mondadori e l’occasione grande della sua vita si verifica il 26 novembre 1947 quando appunto il grande editore pubblica il suo primo libro di racconti Spaccanapoli. Egli sostiene di non essere portato per il romanzo, però smentisce se stesso scrivendo un romanzo nel 1958, Una vampata di rossore. Dopo la composizione di altri racconti ottiene grande successo con l’ultima sua opera Ninfa plebea (1982), che vince il Premio Strega. Rea muore a Napoli il 26 gennaio 1994. Rea vuole descrivere in maniera oggettiva i disastri lasciati dalla guerra e il lento rinascere dell’Italia tra mille difficoltà. Nelle sue opere sottolinea gli ostacoli che la vita di tutti i giorni presenta e mette in luce i soprusi e le ingiustizie subite dai più deboli.
Scopriamo la lingua …
PROVERBIO
Le cattive nuove sono le prime ad arrivare: Purtroppo le cattive notizie arrivano prestissimo.
MODO DI DIRE
Seminare al vento: Fare una cosa inutile.