23 novembre

Leggiamo …

Ecco una parte della famosa novella “Senso” di CAMILLO BOITO, nota per lo spunto dato al film di Visconti …

È questo un esempio di abilità descrittiva di un paesaggio alpino sconvolto dalla tempesta. Il narratore sa scegliere i vari momenti del fenomeno per precisarne gli aspetti e utilizzando immagini che rendono più vivace, realistica la presentazione. Boito riesce a esprimere una specie di paura alla vista di tanta violenza della natura, ma al tempo stesso emerge quasi un fascino per fenomeni così terribili per l’uomo.   

Da Senso

Il prete aveva i gomiti poggiati sul davanzale; stava immobile, con lo sguardo fisso. Era la prima volta in dieci anni che vedeva dalla canonica del villaggio (il più alto villaggio del Trentino) la tempesta sotto i suoi piedi, intanto che il sole, un sole pallido, quasi intimorito, brillava sulle case del paesello e sulle cime delle montagne circostanti. Il giovine prete, a intervalli, tossiva. Il suo collo scoperto era candido e magro; la sua bella faccia affilata in quel momento sembrava impassibile. Eppure, studiando bene i lineamenti del volto, si avrebbe potuto indovinare il di dentro: tra le narici e gli angoli della labbra pallide nascevano due solchi dritti; la fronte alta e aperta aveva una ruga profonda, che contrastava con la espressione dolce, quasi infantile degli occhi d’un colore celeste d’oltremare, simile a quello dell’acqua del Lago di Garda. L’arteria del collo batteva forte; le mani delicate si stringevano febbrilmente; i capelli biondi, cacciati indietro dal vento, coprivano la chierica. E intanto le nubi si agglomeravano, s’aggomitolavano, quali onde di una burrasca fantastica. Era un lago, che, riempiendo tutta l’ampia vallata, urtava contro la corona dei monti, come se volesse rovesciarne le rocce, i boschi, i ghiacciai per inghiottire ogni cosa nel proprio fondo, nero più d’una tomba. Si vedeva quel fondo a intervalli qua e là secondo gli scherzi del turbine, quando nei flutti delle nubi s’apriva uno squarcio; e allora l’occhio piombava dentro nella valle, dove lampeggiavano i fulmini, mentre sul dorso ai mucchi bianchi dei densi vapori le saette sembravano appena scintille.

Biografia …

Il 23 NOVEMBRE 1865 CAMILLO BOITO comincia ad insegnare al Politecnico di Milano …

Camillo Boito nasce a Roma il 30 ottobre 1836 in una famiglia di grande tradizione culturale. Egli studia Architettura prima a Padova e poi all’Accademia di Venezia, dove si laurea e subito dopo, nel 1856, riceve  la nomina di professore aggiunto di Architettura. Ma l’avvenimento professionale più importante di Camillo Boito  avviene il 23 novembre 1865, quando inizia la sua docenza al Politecnico di Milano, ruolo che mantiene per 43 anni. L’attività fondamentale di Camillo Boito è quella di architetto per opere famose come il Palazzo della Ragione a Padova e la Casa per musicisti “Giuseppe Verdi” a Milano. Ma egli è anche un letterato più che dignitoso perché compone numerosi racconti raccolti in Storielle vane (1876) e Nuove storielle vane ( 1883), che contiene la famosa novella Senso da cui Luchino Visconti deriva il  film omonimo. Camillo Boito per stile è vicino alla Scapigliatura soprattutto per alcuni elementi di gusto macabro dettati dal semplice motivo di allontanarsi da un comodo tradizionalismo e per la voglia di scandalizzare e innovare a qualsiasi costo. Camillo Boito muore a Milano il 28 giugno 1914.

Scopriamo la lingua …

PROVERBIO
Fino alla bara sempre s’impara: Durante tutta la vita c’è qualcosa da imparare.

MODO DI DIRE
Rimangiarsi la parola: Cambiare idea, non rispettare le promesse fatte.

VOCABOLARIO GENERALE
VOCABOLARIO CUCINA