7 novembre
Leggiamo …
Da “Artemisia” di ANNA BANTI presentiamo il brano sui difficili rapporti della pittrice con il padre …
In questo brano la Banti descrive un momento psicologico delicato di Artemisia, che vive isolata da tutti, senza amicizie e sostegni familiari. Dopo tanto tempo il padre Orazio le fa visita ed essa teme critiche e rimproveri, invece il burbero genitore si mostra soddisfatto e contento di lei e del suo lavoro. È un momento di gioia nel riscoprire ed apprezzare un sentimento familiare così intenso e così necessario.
Da Artemisia
“Il ritorno di Orazio fu improvviso, a ventun’ora, quando le vicine non avevano ancora cenato e la dispersione del chiacchiericcio e dei lazzi, dietro alle impannate della finestra chiusa, isolava con più rilievo l’operosa solitudine di Artemisia, seduta la suo lavoro, negletta di vesticciola (1), una tazza di latte posata accanto ai fogli del disegno. Per insidia che imbastisse la persuasione d’essere sospettata e giudicata male, Artemisia non poté, questa volta, che rispecchiarsi innocente (2). Aveva a modello un’ala grigia di piccione, pazientemente ricucita e incollata, che doveva figurare ala d’angelo e, sul manichino, un ritaglio di broccato azzurro. Gli occhi chiari della fanciulla sollevati sul padre che entrava riflettevano quell’azzurro: assorta e limpida essa gli apparve come quando la ritraeva bambina, che se ne stava quieta a vederlo dipingere. Dapprima non ci furono parole, ma, nello sguardo d’Orazio, quella luce gioviale di quando discorreva di pittura o gliene mostravano, specchio di un’attività desiderosa e felice. Erano anni che la figlia non la ritrovava e fu un raggio di sole che le distese la mano chiusa sul lapis, illuminò il foglio, disciolse le sue membra umiliate. Come si chinava su di lei, essa gli vide, all’angolo dell’occhio, quella contrazione di rughettine benevole che preludeva un sorriso, un segno di soddisfazione: col polpastrello del pollice egli fuse delicatamente l’ombra un po’ tagliente del carboncino nella veste dell’angelo. Si alzò, e anche lei si levava intimidita ma non più goffa. Orazio disse: “Finisci”, ed entrò in camera. Dopo un minuto lo sentì che fischiettava, risciacquandosi.
Note:
- Vestita in modo un po’ trasandato con un semplice vestitino.
- Nel timore che egli la sospettasse e la giudicasse male, questa volta essa si sentiva innocente.
Biografia …
Il 7 NOVEMBRE 1947 ANNA BANTI, che muore a MASSA MARITTIMA, pubblica la sua opera più famosa “Artemisia” …
Lucia Lopresti, nota come Anna Banti, nasce a Firenze, il 27 giugno 1895, si laurea in Lettere ed entra nel mondo della grande cultura sposando nel 1924 il famoso critico d’Arte Roberto Longhi. Sente abbastanza tardi la vocazione letteraria e nel 1930 esordisce con il racconto Barbara e la morte che riceve elogi significativi da importanti critici. Continua quindi a scrivere opere che hanno come protagoniste figure femminili che si battono per vincere i pregiudizi e affermarsi come persone di valore. Esemplare in questo senso è il suo capolavoro, Artemisia, pubblicato il 7 novembre 1947. In questo romanzo la Banti ricostruisce la vicenda della pittrice Artemisia Gentileschi che si batte per il suo diritto al lavoro e contro tutte le convenzioni sociali. La Banti mostra predilezione per i romanzi storici e tra le sue opere troviamo Noi credevamo (1967) e La camicia bruciata (1973). Anna Banti sfugge a qualsiasi inquadramento letterario, perché la sua scrittura è attenta solo a mettere in rilievo la complessa psicologia dei personaggi. La Banti muore a Ronchi di Massa, vicino a Massa Carrara, il 2 settembre 1985.
Scopriamo la lingua …
PROVERBIO
Il mondo è fatto a scale, c’è chi scende e c’è chi sale: La fortuna a volte è favorevole a volte è sfavorevole.
MODO DI DIRE
Fare pari e patta: Pareggiare.